I Bitcoin possono essere un alleato delle rinnovabili?

Bitcoin ed energia pulita possono andare d’accordo. In questa prima parte del nostro approfondimento su “Blockchain ed energie rinnovabili”, scopriamo come le due tecnologie si possono aiutare a vicenda.
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Il modello del web sta pian piano invadendo quello che eravamo soliti chiamare “mondo reale”, quel vecchio posto, che tutti conosciamo, fatto di strade, case e luoghi di lavoro o svago. È il caso del cosiddetto IoT (Internet of Things), l’Internet delle Cose, ma anche di nuove tecnologie che mirano alla disruption del sistema monetario tradizionale, come il famoso esempio dei Bitcoin e delle altre cryptovalute.

La miniaturizzazione di chip e sensori, insieme a nuove possibilità di connettere sempre più dispositivi via web, promette di cambiare non solo la tecnologia, ma anche il modo in cui viviamo la nostra quotidianità. Se fino a qualche hanno fa la distinzione tra mondo fisico e mondo digitale era chiara e netta, oggi ci troviamo alle soglie di un’epoca in cui le cose saranno un po’ più complesse. Anche per quanto riguarda il mondo dell’energia.

Blockchain, oltre Bitcoin

I Bitcoin sono uno strumento rivoluzionario per sfidare il nostro modo di intendere il denaro: non più in modalità centralizzata e legata a una istituzione centrale come una banca, ma in maniera decentralizzata sfruttando sistemi di database distribuiti e sottoposti a un rigido sistema di crittografia, volto a garantire maggiore privacy e sicurezza.

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Tra la volatilità del suo valore e i titoli di giornale non sempre equilibrati nei suoi confronti, l’esempio Bitcoin rischia di gettare fumo negli occhi, ostacolando la comprensione della tecnologia che ne ha reso possibile il successo: la Blockchain. I Bitcoin non sono altro che un’applicazione di questa tecnologia, in maniera non troppo diversa da come Facebook e Whatsapp sono applicazioni di Internet, ovvero una tecnologia (o meglio: un protocollo di comunicazione) con cui si possono fare molte altre cose.

Ma che cos’è, precisamente, la Blockchain? Immaginiamo un database tradizionale come un grande foglio di calcolo (una rappresentazione semplicistica, ma non troppo lontana dal vero). Questo foglio di calcolo viene ospitato da un computer, da cui si può accedere direttamente o da remoto. Solitamente, ciò viene gestito attraverso dei permessi poiché non tutti gli utenti possono leggere ogni dato in esso modificato, né tantomeno modificarlo. Questo foglio di calcolo, per esempio nel caso ospiti dati sensibili, viene sottoposto a processi di crittazione e decrittazione, in modo che solo chi effettivamente ha i permessi di visionare o modificare le informazioni che contiene possa operare su di esso.

La Blockchain è semplicemente un modo diverso di gestire i database tradizionali attraverso un network in cui ciascun nodo della rete, ovvero ciascun computer, ospita il nostro foglio di calcolo nella sua interezza. Innanzitutto, la crittografia è inclusa by design, applicata nei meccanismi stessi di funzionamento della Blockchain in fase di progettazione, non solo inserita a posteriori come protezione aggiuntiva. In secondo luogo, il nostro grande foglio di calcolo non viene ospitato da un singolo computer, che di per sé può essere vulnerabile, ma viene copiato su tutti quanti i computer che sostengono il sistema. Se una riga del foglio di calcolo viene modificata su un computer, allora la modifica dell’informazione deve essere trasmessa a e validata da tutti gli altri computer. Diventa quindi molto difficile, se non impossibile, modificare in malafede un dato del database senza avere le autorizzazioni necessarie, in quanto ogni modifica deve essere approvata e registrata dall’intero sistema.

Blockchain ed energie rinnovabili

La rete elettrica tradizionale, nella stra-grande maggioranza dei paesi, fa fatica a integrare al 100% le energie rinnovabili. Questo succede poiché la rete di distribuzione è pensata per essere mono-direzionale, ovvero segue in tutto e per tutto il modello centro-periferia.

Fino a oggi queste caratteristiche non hanno rappresentato una limitazione, poiché l’energia veniva e viene tutt’ora prodotta in poche grandi centrali che immettono energia verso una serie di piccoli utenti che la consumano. Centrale e utente finale hanno un ruolo ben distinto: uno produce, l’altro consuma. Le rinnovabili, con il concetto di prosumer dell’energia, capovolgono questa concezione.

La situazione verso cui ci stiamo spostando vede tanti piccoli centri di produzione distribuiti sul territorio. Impianti fotovoltaici, eolici o che producono energie attraverso l’utilizzo di biomasse, possono essere anche di modeste dimensioni. Come è possibile integrare queste fonti locali in un modello centralizzato che non le aveva previste? Ecco che entrano in gioco le smart grid, concetto che i nostri lettori conoscono bene. Smart Grid e Blockchain potrebbero essere fatte l’una per l’altra.

SolarCoin, una moneta per il fotovoltaico

solar-change-solarcoinLa distribuzione di energia su grandi distanze non è molto efficiente. Circa il 5 percento dell’energia viene perso tra la centrale elettrica e la vostra casa. Il modello non era stato messo in discussione fino a oggi perché nessuno vorrebbe vivere vicino a una centrale nucleare o a carbone. Ma con le rinnovabili è tutto diverso. Le fonti distribuite non sono più invasive a livello di inquinamento.

La Blockchain può essere usata come registro: c’è chi l’ha proposta per sostituire l’anagrafe e chi vuole utilizzarla per un nuovo sistema di contrattualistica e di controllo, come nel caso dell’ecosistema Ethereum. La Blockchain, come vedremo nella seconda parte del nostro approfondimento, potrebbe introdurre quella flessibilità nei processi di distribuzione locale di piccoli “pacchetti energetici” così da rendere possibile la coesistenza di mini-griglie intelligenti e modalità tradizionale di distribuzione. Ma tra tutte le soluzioni Blockchain per le rinnovabili, quella più interessante è il SolarCoin.

SolarCoin è una valuta digitale come Bitcoin. La differenza principale è che SolarCoin non viene “estratto” lasciando che un computer elabori alcuni calcoli. È estratto producendo energia rinnovabile da fotovoltaico. Se il tuo pannello solare crea 1 MwH di energia, ricevi 1 SolarCoin. In questo modo la gestione dei flussi energetici e della loro rendicontazione diventa, idealmente, molto più facile. In questo modo, infatti, diventerebbe molto più semplice integrare le esigenze delle smart grid con quelle della rete centrale. La Blockchain, per concludere, può essere a base dell’infrastruttura vincente per integrare vecchi e nuovi modelli energetici. Vedremo se le normative nazionali, oltre alle persone singole, riusciranno a stare al passo della tecnologia.

Se vuoi scoprirne di più sul rapporto tra energie rinnovabili e blockchain, leggi gli altri due articoli del nostro approfondimento tematico:

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