5 falsi miti sul fotovoltaico

Ancora oggi non tutti hanno un’adeguata conoscenza del fotovoltaico. La campagna di sensibilizzazione avviata dall’associazione Italia Solare cerca di fare chiarezza e sfatare i falsi miti su questo tema che talvolta ne penalizzano la diffusione.

Di seguito un’analisi delle cinque principali preoccupazioni dei cittadini italiani riguardo al fotovoltaico, ma che all’analisi dei fatti risultano infondate.

1 – Gli impianti fotovoltaici sottraggono terreni all’agricoltura

In Italia dei 16,6 milioni di ettari che possono essere utilizzati a uso agricolo, ne vengono impiegati solo 12,4 milioni. Restano dunque circa 4,2 milioni di ettari inutilizzati, con un ritmo di crescita annuale di circa 120mila ettari.

Per raggiungere gli obiettivi di transizione energetica posti dall’UE, sarebbero necessari 56mila ettari di superficie per le installazioni, di cui il 30% sul tetto degli edifici. Servirebbero quindi solo 39mila ettari di terreno agricolo, pari a solo lo 0,24% della superficie disponibile totale.

Ma non solo: un’installazione razionale dei moduli fotovoltaici permettebbe di sfruttare anche le superfici disponibili tra le file e sotto i pannelli fotovoltaici.

2 – Il business del fotovoltaico è all’origine di molti incendi dolosi

Questa accusa risulta infondata poiché un terreno colpito da incendio non può essere in alcun modo utilizzato nei successivi 15 anni, come stabilisce l’articolo 10 della legge nazionale 353/2000.

3 – Il fotovoltaico è un pericolo per il paesaggio e compromette la biodiversità

Anche l’installazione dei pannelli fotovoltaici deve rispettare i vincoli paesaggistici e urbanistici che tutelano le aree naturali e storiche da interventi che potrebbero danneggiarle.

Inoltre, nelle aree in cui vengono installati gli impianti non è ammesso l’uso di sostanze chimiche per garantire il loro corretto funzionamento, evitando gravi danni alla biodiversità. Produzione fotovoltaica e agricola possono così convivere in armonia con la natura.

4 – I pannelli fotovoltaici vengono prodotti con energia proveniente da fonti fossili con conseguenti emissioni di CO2

L’energia pulita prodotta dai pannelli fotovoltaici compensa in meno di un anno di funzionamento la quantità di anidride carbonica immessa nell’atmosfera per la loro realizzazione.

Se consideriamo che un impianto fotovoltaico ha una vita utile di almeno 25 anni, le emissioni di CO2 evitate controbilanciano largamente quelle generate per la produzione dei suoi pannelli.

5 – Il fotovoltaico è una fonte inaffidabile perché non programmabile e non prevedibile

Grazie a tecnologie che consentono di combinare dati su previsioni meteorologiche e storico di produzione, è possibile massimizzare la quantità di energia prodotta da un impianto fotovoltaico.

L’integrazione con un sistema di accumulo fotovoltaico permette, inoltre, di immagazzinare l’energia non immediatamente consumata e di utilizzarla in un secondo momento, rendendo questa fonte d’energia sempre più programmabile e prevedibile.

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