Il Green Deal europeo per azzerare le emissioni

La Commissione Europea ha alzato l’asticella degli obiettivi ambientali per l’UE: riduzione di gas serra del 55% per il 2030 e azzeramento entro il 2050.

Gli scenari delineati dal World Energy Outlook 2019 hanno portato molti Paesi a riflettere sulle proprie iniziative per l’abbattimento delle emissioni e la riduzione della dipendenza dalle fonti fossili: cos’altro si può fare per contenere l’aumento del riscaldamento globale?

L’Unione Europea è da anni in prima linea nel promuovere una transizione verso un modello economico ed energetico ecosostenibile, seguendo una road map pluridecennale di iniziative per aumentare la quota delle energie rinnovabili, promuovere l’efficienza energetica e ridurre la produzione di CO2, con 11 Paesi (tra cui l’Italia) che hanno già raggiunto gli obiettivi per il 2020.

Ma l’UE vuole incrementare ulteriormente i propri sforzi: la nuova presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen propone un vero e proprio Green Deal che alza il target di riduzione di gas serra per il 2030 da 40% a 55% e punta a raggiungere l’azzeramento delle emissioni entro il 2050 attraverso 50 azioni per la protezione dell’ambiente, l’efficientamento energetico e l’incremento delle fonti rinnovabili in tutti i settori.

Per raggiungere questo ambizioso traguardo, verranno stanziati 260 miliardi di euro all’anno in investimenti pubblici e privati per il clima e l’ambiente, a partire da gennaio 2020 con l’istituzione del Just Transition Mechanism per un totale di 100 miliardi di euro in sette anni a supporto della transizione energetica dei Paesi europei più dipendenti dalle fonti fossili.

Il Piano Anti-CO2 punta infatti ad abbracciare tutti gli Stati comunitari colmando le differenze, anche grandi, che ci sono tra le loro situazioni economiche, tecnologiche, ambientali e sociali: la parola chiave è che nessuno deve rimanere indietro, ci deve essere un’assoluta comunanza di intenti e una totale sincronia delle azioni per vincere la sfida climatica nei prossimi 30 anni.

L’emissione di Green Bond, obbligazioni rivolte a progetti con un impatto positivo sull’ambiente, è un altro valido strumento per finanziare le iniziative di ecosostenibilità, sostenendo economicamente le imprese che affrontano la transizione verso modelli ecosostenibili e promuovendo questi investimenti presso le principali istituzioni finanziarie europee.

A livello locale, si diffondono le forme di incentivazione rivolte direttamente ai cittadini: in Italia, Lombardia, Veneto e Friuli hanno promosso Bandi per l’installazione di sistemi di accumulo per impianti fotovoltaici residenziali, allo scopo di aumentare la diffusione di pratiche di autoproduzione ed efficientamento energetico.

Nei prossimi anni si punta anche all’aggiornamento della legislazione sul clima e all’introduzione di un meccanismo di tassazione per i prodotti extra-europei, che prende in considerazione la quantità di CO2 generata per la loro produzione: questa carbon tax avrebbe il doppio obiettivo di incoraggiare gli altri Paesi a adeguarsi agli standard dell’UE e di tutelare l’industria comunitaria dalla loro concorrenza.

L’abbattimento delle emissioni è, nella parole della presidente von der Leyen, “un’assoluta priorità culturale, sociale ed economica”: per dare il proprio contributo, i cittadini possono installare impianti fotovoltaici con accumulo, che aumentano la produzione energetica da fonti rinnovabili e al contempo riducono i costi in bolletta.

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