Legambiente: ecco il futuro delle comunità energetiche in Italia
Legambiente ha pubblicato un rapporto che fa il quadro della situazione sulle nuove forme di autoconsumo in Italia e sul loro potenziale.
Il 2020 ha segnato un anno molto importante per l’energia rinnovabile in Italia.
In primo luogo, il nostro Paese è riuscito a raggiungere gli obiettivi dell’Unione Europea in fatto di quota di produzione di energia da fonti rinnovabili.
In secondo luogo, è stato fortemente incentivato l’efficientamento energetico grazie al Superbonus, che offre la possibilità di installare impianti fotovoltaici con accumulo a costo zero, se combinato con un intervento trainante come per esempio la sostituzione della caldaia con una pompa di calore.
Infine, l’Italia ha normato con il Decreto Milleproroghe le pratiche legate all’autoconsumo collettivo e alle comunità energetiche, recependo così con largo anticipo la prima parte delle disposizioni UE previste per il 30 giugno 2021.
Sono state così già avviate numerose sperimentazioni per rifinire il quadro tecnico e normativo, recepire nel corso del 2021 le ultime direttive e costruire così un nuovo modello di generazione e distribuzione decentralizzato.
Per monitorare la situazione e le prospettive future dell’autoconsumo, Legambiente ha pubblicato uno studio di settore realizzato da Elemens.
Secondo i dati raccolti, l’autoconsumo ha un grande potenziale nel nostro Paese: si stima che entro il 2030 potrà aggiungere 17 GW di nuova capacità di energia rinnovabile, coinvolgendo direttamente cittadini, imprese ed enti locali nella transizione energetica.
Questa stima permetterebbe di raggiungere gli obiettivi stabiliti dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), rendendo così le energy community fondamentali per incrementare del 30% la quota di energia pulita (pari a 22,8 TWh totali).
Inoltre, ci sono notevoli benefici nel raggiungere il pieno potenziale dell’autoconsumo, e non solo per quanto riguarda gli utenti direttamente coinvolti che riducono notevolmente la loro spesa energetica.
Si prevede infatti che lo sviluppo completo dell’autoconsumo porterà nel periodo 2021-2030 a:
- 13,4 miliardi di euro in investimenti in nuova capacità rinnovabile;
- 2,2 miliardi di euro di valore aggiunto per le imprese italiane della filiera;
- 1,1 miliardi di euro di gettito fiscale;
- 19mila nuovi addetti solo per gli impianti e altri 19mila in interventi relativi;
- 47,1 milioni di tonnellate di CO2 in meno.
Inoltre, la diffusione dell’autoconsumo elettrico avrà ricadute anche sul comparto del riscaldamento e della mobilità, riducendo ulteriormente emissioni e costi.
Tuttavia, questo potenziale è al momento solo teorico, perché manca ancora una completa ricezione delle Direttive Europee e un conseguente adeguamento totale del mercato a questo nuovo modello di generazione e distribuzione dell’energia.
In particolare, il rapporto presentato da Legambiente evidenzia alcune questioni:
- Perimetro delle comunità: un allargamento dell’area massima della comunità energetica consentirebbe di coinvolgere aree rurali e agricole a bassa densità;
- Taglia degli impianti: l’innalzamento della taglia massima dell’impianto (fissata ora a 200 kW) permetterebbe di sfruttare le economie di scala degli impianti e rivolgersi alle aree industriali;
- Ruolo degli attori: l’ampliamento delle configurazioni ammesse creerebbe comunità energetiche più versatili e adatte alle differenti realtà del nostro territorio;
- Sostenibilità economica: ulteriori incentivi permetterebbero di premiare più adeguatamente le iniziative più efficienti e di rendere più accessibile la tecnologia degli impianti fotovoltaici con accumulo.
La promozione di un modello di energia pulito e decentralizzato è stato da sempre l’obiettivo di sonnen, concretizzato grazie all’innovativo sistema di accumulo fotovoltaico sonnenBatterie e alla comunità energetica dedicata ai suoi clienti, sonnenCommunity.
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