La mobilità sostenibile in Europa, a che punto siamo arrivati?
Ecco tutti i paesi europei che nei prossimi decenni sospenderanno la vendita di veicoli a benzina e diesel
Le nostre città sembrano fatte più a misura di automobile che a misura d’uomo. Ci sembra ormai naturale associare traffico e inquinamento: ma siamo sicuri debba proprio essere così?
Le energie pulite, grazie a veicoli elettrici e ibridi, stanno per investire anche il settore dei trasporti, che è uno dei principali responsabili dell’emissione di CO2 nell’atmosfera. Innovazione della tecnologia e politiche ambientali, in questo frangente, vanno di pari passo: alcuni paesi, portandosi più avanti rispetto agli impegni presi negli accordi internazionali, hanno iniziato a calendarizzare, nei prossimi decenni, lo stop definitivo alla vendita di automobili alimentate esclusivamente a diesel e benzina.
Trasporti e sostenibilità: un amore difficile, ma non impossibile
Quando si parla di sostenibilità ed energie rinnovabili ci si concentra spesso sulla rete elettrica, la principale infrastruttura energetica di ogni nazione sviluppata. L’elettricità prodotta e distribuita sulla rete, tuttavia, ha l’innegabile vantaggio di essere relativamente indipendente dalla destinazione d’uso: il luogo dove l’energia viene prodotta e immagazzinata è svincolato da dove verrà consumata.
Tutt’altro discorso è da fare per il sistema dei trasporti, specialmente quello privato rappresentato dalle automobili, il quale presenta delle caratteristiche che rendono più difficile l’adozione su larga scala di strategie green.
Una soluzione, a prima vista, potrebbe essere quella di migliorare il trasporto pubblico. Treni, tram e bus sono, infatti, già alimentati tramite l’elettricità in quasi tutti i paesi sviluppati. Tuttavia, anche il trasporto pubblico ha i suoi limiti. Sia per motivi pratici che culturali, non sembra, infatti, che riusciremo a fare a meno dell’auto, almeno non nel breve periodo.
Mobilità sostenibile e rinnovabili nei trasporti nell’Unione Europea
Per quanto riguarda l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 entro il 2020 portando al 20% l’utilizzo delle rinnovabili nei paesi dell’Unione, viene già conteggiata negli accordi una quota del 10% da raggiungere anche nel settore dei trasporti.
Solo 3 paesi su 28 sono già in linea con l’obiettivo. I più virtuosi sono di gran lunga Svezia e Finlandia, che superano di gran lunga gli obiettivi. Un po’ indietro si posiziona l’Austria che, anche se non di molto, ha già raggiunto e superato il target. L’Olanda, pur non essendo nella parte alta della della classifica, ha deciso di velocizzare il processo decidendo di vietare la vendita di veicoli inquinanti già dal 2025.
Francia e Inghilterra presentano una situazione tra loro molto simile, sia per quanto riguarda la partenza che l’arrivo del percorso verso la mobilità sostenibile. Nei due paesi la quota di automobile elettriche si assestava nel 2016 attorno all’1,4%. Entrambi hanno scelto il 2040 come data per dare uno stop alle vendite di veicoli a benzina e diesel. La Francia, inoltre, si è esplicitamente posta l’obiettivo di arrivare a emissioni zero entro il 2050.
A Oxford e Parigi la rivoluzione della mobilità sostenibile potrà iniziare anche più presto: le due città inizieranno a limitare la circolazione delle automobili alimentate a benzina e diesel a partire, rispettivamente, dal 2020 e dal 2025. Non ci sono, infatti, solo le politiche nazionali: anche le amministrazioni locali, se lo vogliono, possono giocare un importante ruolo nella partita della mobilità sostenibile. Oltre a Oxford e Parigi, anche Madrid e Atene hanno coraggiosamente deciso di mettere una data di scadenza all’utilizzo dei combustibili fossili. Anche queste ultime, a partire dal 2025, inizieranno a bandire i veicoli tradizionali alimentati a benzina e diesel dalle proprie strade.
Il caso virtuoso della Norvegia
Uscendo dall’Unione Europea vera e propria, ma rimanendo in area Schengen, il caso più virtuoso è quello della Norvegia. Tra i paesi che stanno facendo grandi progressi nel campo della sostenibilità dei trasporti è quello che con maggior decisione ha provato a buttare il cuore oltre l’ostacolo.
L’immatricolazione di automobili elettriche e ibride sfiora già la sorprendente cifra del 30% del mercato. In Norvegia, inoltre, il costo per chilometro per alimentare i veicoli elettrici è inferiore rispetto a quello dei tradizionali veicoli a benzina. Ciò è reso possibile da una serie di incentivi fiscali messi in atto dal governo per rendere la transizione più appetibile anche per un mero conto economico. Tra le misure adottate ci sono, tra le altre, esenzione dell’IVA, parcheggi e autostrade gratuiti e riduzione del bollo. Tutto questo per prepararsi al 2030, anno in cui il paese permetterà per legge solo la vendita di automobili elettriche e ibride.
La Norvegia, indubbiamente, rappresenta un caso particolare, ma il suo esempio dimostra che, qualora sia presente una chiara volontà politica, la strada della mobilità sostenibile può essere percorsa anche senza il freno a mano tirato.