Il progetto RENAISSANCE per la generazione distribuita

L’Unione Europea sta puntando alla generazione distribuita con iniziative come RENAISSANCE, progetto per esplorare nuovi modelli di business e di stoccaggio energetico.

La generazione distribuita rappresenta il nostro futuro: coinvolgendo sempre di più i cittadini nell’autoproduzione energetica con impianti fotovoltaici residenziali si sostiene la crescita delle energie rinnovabili, si riducono le emissioni di CO2 e si alleggerisce il carico sull’infrastruttura centralizzata, sostituendola con una rete virtuale più stabile.

A sostenere questa transizione, l’Unione Europea ha avviato diversi progetti per individuare nuove soluzioni di consumo energetico: tra queste citiamo RENAISSANCE (parte del programma per la Ricerca e l’Innovazione Horizon 2020), volto a esplorare modelli di business e tecnologie di produzione e stoccaggio sempre più efficienti e su misura.

Partendo da quattro siti pilota, molto differenti tra loro per esigenze di energia (paese, zona turistica, università e ospedale) e località (Spagna, Belgio, Grecia, Paesi Bassi), il progetto RENAISSANCE mira a sperimentare:

  • la connessione tra diversi vettori energetici in un unico sistema;
  • la formulazione di contratti di servizio dinamici in base al costante aggiornamento della domanda e dell’offerta;
  • la sicurezza dei sistemi di blockchain;
  • gli algoritmi di efficientamento della rete.

Con questi interventi si punta a tagliare del 10/15% i consumi e coprire fino all’80% del fabbisogno energetico di questi siti di test con energie rinnovabili, a un costo uguale o inferiore a quello del mercato.

In definitiva, il progetto RENAISSANCE vuole incoraggiare la nascita di comunità energetiche locali, individuando modelli efficienti e sostenibili grazie alle sue sperimentazioni.

La generazione distribuita è comunque già tecnologicamente accessibile da qualche anno: per esempio, i sistemi di accumulo consentono di immagazzinare l’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici e che non viene immediatamente utilizzata, così che possa essere impiegata in un secondo momento.

Ciò che ha ostacolato a lungo la diffusione della generazione distribuita è stato il quadro normativo, poiché la particolare natura dei prosumer e delle comunità energetiche non trovava riscontro da parte dei legislatori.

Questa situazione è stata risolta con la Direttiva n. 2001 del 2018 dell’Unione Europea, volta alla promozione delle energie rinnovabili: nello specifico, stabilisce che i cittadini possono produrre energia e venderla ad altri (articolo 21), e hanno il diritto di partecipare a comunità energetiche rinnovabili (articolo 22).

Questo testo ha legittimato le pratiche di autoconsumo e di generazione distribuita, dando agli Stati membri due anni dalla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale per adeguare il proprio quadro normativo alla direttiva.

Su questo tema, anche l’Italia vuole si sta muovendo e probabilmente alcune novità verranno introdotte con l’aggiunta di un emendamento nel decreto Milleproroghe per legittimare lo scambio tra cittadini di energia prodotta da fonti rinnovabili nei condomini e nelle comunità energetiche.

Il testo è ancora in fase di discussione alla Camera e bisognerà attendere il completamento dell’iter per avere più informazioni sulle modalità di applicazione, ma la svolta della generazione distribuita è ormai prossima anche in Italia e ciò permetterà a milioni di cittadini di risparmiare sulla bolletta elettrica grazie all’autoproduzione e allo scambio di energia.

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