Tutela ambientale ed energie pulite per sostenere la ripresa economica

La pianificazione della ripresa economica post-coronavirus si intreccia con la lotta al cambiamento climatico per definire nuovi modelli più resilienti e sostenibili.

Il coronavirus sta avendo un forte impatto sulla nostra società e sulla nostra economia, e in parallelo alle misure di contenimento, si stanno elaborando le strategie per sostenere la ripresa globale.

In questo scenario, i rappresentanti di molti Paesi, aziende e organizzazioni internazionali si stanno impegnando a legare questa fase di recupero allo sviluppo delle energie rinnovabili.

L’inizio del 2020 è stato segnato dalle proposte della Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, raccolte nel cosiddetto Green Deal.

La crisi innescata dal coronavirus nei mesi successivi non ha distolto l’Unione Europea dai suoi obiettivi ambientali, anzi: in questo momento di riavvio dell’economia urge un ripensamento dei modelli tradizionali, scossi dall’emergenza, in favore di sistemi più resilienti e sostenibili, seguendo proprio i principi del Green Deal.

Nelle scorse settimane, 10 Paesi dell’UE, tra cui l’Italia, hanno sostenuto la necessità di una ripresa verde e più recentemente l’European Alliance for a Green Recovery, iniziativa lanciata dall’Eurodeputato Pascal Confin, ha ottenuto l’adesione di oltre 50 manager di società finanziarie, che si aggiungono ai già numerosi Ministri, Eurodeputati e imprenditori che avevano manifestato il loro supporto.

Il supporto di banche e gestori patrimoniali è infatti molto importante per la promozione di investimenti verdi, come i Green Bond, che permettono non solo di finanziare i progetti di trasformazione, ma che generano anche maggiori rendimenti sul breve termine e risparmi sul lungo periodo.

L’obiettivo è quindi di allineare la ripresa economica con la transizione energetica, e fare in modo che si sostengano a vicenda: per esempio, i dati indicano che l’avvio di progetti green genera più posti di lavoro rispetto ad altre iniziative.

I temi a maggiore priorità sono:

  • efficientamento energetico degli edifici;
  • incremento della mobilità elettrica, pubblica e privata;
  • potenziamento degli impianti di energia da fonti rinnovabili e dei sistemi di stoccaggio energetico.

Ma l’adozione di questa linea di pensiero non si limita ai confini europei.

Nel corso del Petersberg Climate Dialogue, Kristalina Georgieva, AD del FMI (Fondo Monetario Internazionale), ha sostenuto l’importanza di integrare le misure ambientali nel piano di ripresa economica post-coronavirus.

Cogliendo quest’occasione per ripensare i sistemi economici di tutti i Paesi del mondo in favore di una maggiore sostenibilità, si possono istituire nuovi modelli più resilienti e tutelare il nostro pianeta per le generazioni future.

In particolare, si ipotizza:

  • l’istituzione di linee finanziarie a sostegno delle aziende ad alta intensità di carbonio per supportarle nella riduzione delle emissioni;
  • l’aumento del prezzo del carbonio con il doppio obiettivo di finanziare progetti ecosostenibili e al contempo incoraggiare l’impiego di fonti energetiche alternative e l’efficientamento energetico;
  • l’adozione di green bond e la definizione di criteri ambientali per l’accesso a prestiti e investimenti;
  • l’eliminazione dei sussidi dannosi, approfittando del crollo del prezzo del petrolio.

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