L’autosufficienza energetica si raggiunge anche consumando meglio

Ottimizzazione ed efficientamento energetico sono due obiettivi che migliorano i meccanismi di autoproduzione e di consumo di energia attraverso fonti rinnovabili come il fotovoltaico.

Raggiungere l’obiettivo dell’efficienza energetica non significa semplicemente essere in grado di soddisfare il proprio fabbisogno di elettricità attraverso mezzi di autoproduzione come gli impianti fotovoltaici: per esempio, è possibile aumentare la superficie dei pannelli solari per incrementare la propria capacità produttiva e quindi disporre di tutta l’elettricità necessaria, ma si potrebbe parlare ugualmente di efficienza energetica?

La strada dell’autosufficienza energetica parte dall’atteggiamento mentale:

  • Non si può risolvere il problema semplicemente aumentando il numero dei pannelli solari per aumentare la capacità produttiva, senza contare la quantità di superficie e i costi necessari per mettere in pratica questa soluzione;
  • Nemmeno diminuire i propri consumi, imponendosi limitazioni e sacrifici, è un’alternativa valida. La vera autosufficienza energetica deve essere costruita attorno i reali stili di vita delle persone.

L’autosufficienza energetica è soprattutto un cambio di paradigma, che passa dall’efficienza energetica e che può portare a una completa indipendenza dalla rete elettrica tradizionale.

La parola chiave è quindi consumare meglio: si ottimizza la capacità produttiva già posseduta sulla base delle proprie esigenze, mettendo a frutto ogni watt generato dall’impianto fotovoltaico.

Nella pratica, per consumare meglio ci si può affidare ad alcune utili tecnologie:

  • Accumulatore fotovoltaico: questo sistema viene integrato con l’impianto fotovoltaico per aumentare virtualmente la sua capacità di produzione grazie a una batteria per l’energy storage; anche se la superficie dei pannelli fotovoltaici rimane invariata, un accumulatore fotovoltaico offre la possibilità di mettere da parte l’energia prodotta e non consumata in quel momento, che altrimenti verrebbe reimmessa nella rete elettrica attraverso il meccanismo dello scambio sul posto. Ciò significa che un’abitazione dotata di un impianto fotovoltaico con accumulo può utilizzare per sé stessa una maggiore quantità di energia autoprodotta, efficientando la propria produzione senza doverla aumentare;
  • Building Energy Management Systems (BEMS): questi software permettono di monitorare la produzione e il consumo energetico, in modo da poterli ottimizzare. Si tratta di programmi pensati con un approccio Internet of Things, ovvero che sono capaci di comunicare e interagire con altri dispositivi; in questo modo sono in grado, ad esempio, di accedere a previsioni meteo su internet e regolare di conseguenza i consumi sulla base delle ore di sole stimate per la giornata; in abitazioni dotate di impianti domotici, possono reindirizzare l’elettricità a elettrodomestici smart preprogrammati per attivarli anche in assenza dell’intervento umano e utilizzare l’energia, anziché cederla alla rete elettrica. Monitorare i consumi aiuta anche a capire le proprie abitudini energetiche quotidiane; ad esempio si può capire se gli elettrodomestici o l’illuminazione consumano eccessivamente, e optare per dispositivi e lampadine a maggiore efficienza energetica. L’integrazione di sistemi di monitoraggio può portare a un risparmio del 3-4% sui consumi.

Grazie a queste tecnologie si può avere una casa energeticamente autonoma, che evita gli sprechi e ottimizza la produzione dell’impianto fotovoltaico.

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