Tecnologia, energia e ambiente: gli smart building in Italia

Consumare meno e consumare meglio è ormai diventato il mantra della nostra edilizia: dobbiamo progettare edifici con una maggiore efficienza energetica e intervenire su quelli più vecchi per adeguarli alle tecnologie odierne.

Il comparto residenziale europeo è responsabile da solo per il 36% delle emissioni di CO2 del continente e rappresenta uno dei principali ambiti su cui intervenire per garantire il successo della transizione energetica.

I progressi della tecnologia ci offrono molti strumenti per ridurre i consumi energetici senza sacrificare il nostro stile di vita e in particolar modo gli edifici intelligenti ci permettono di ottenere questo risultato in modo efficiente e di migliorare al contempo il nostro comfort abitativo.

Per questo motivo l’analisi della diffusione delle tecnologie di automazione domestica e della relativa industria è un utile punto di partenza per definire un programma di interventi in ambito residenziale per il prossimo decennio per contribuire al raggiungimento degli obiettivi ambientali prefissati per il 2030.

Una fotografia della situazione italiana è fornita dallo Smart Building Report 2019 pubblicato dall’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano per condividere i dati raccolti sugli edifici intelligenti in Italia.

Nel 2018 sono stati investiti 3,6 miliardi di euro per l’installazione di hardware e software per l’home automation; questa cifra è suddivisa tra tre tipologie differenti di intervento:

  • Building Device & Solution, 41%: queste tecnologie puntano a migliorare il benessere dei residenti grazie a impianti di autoproduzione energetica, sistemi di sicurezza e dispositivi per il comfort e l’intrattenimento domestico;
  • Automation Technologies, 31%: questi sensori permettono la raccolta di dati sulle prestazioni degli impianti installati;
  • Piattaforme di gestione 28%: questi software elaborano i dati raccolti dai sensori per ottimizzare le prestazioni degli impianti, centralizzare il controllo dei dispositivi e segnalare tempestivamente eventuali malfunzionamenti.

Approfondendo l’ambito Building Device & Solution, si può individuare la quota di investimenti per l’integrazione smart di impianti-sensori-software e suddividerla in tre comparti, ovvero Energy, Security e Comfort.

Tra questi domina quello energetico con un totale di 780 milioni di euro, principalmente investiti in:

  • Pompe di calore, 380 milioni di euro;
  • Caldaie a condensazione, 174 milioni di euro;
  • Fotovoltaico con accumulo, 161 milioni di euro.

Gli interventi di home automation si inseriscono soprattutto nell’ambito della riqualificazione degli edifici, perché ogni anno solo una percentuale minima (tra lo 0,4% e l’1,2%) del patrimonio immobiliare del nostro Paese è attribuita alle nuove costruzioni, mentre per il resto è costituito dal recupero di vecchi immobili: di questi, il 35% ha almeno 50 anni e il 75% richiede interventi di efficientamento energetico.

La riqualificazione attraverso interventi di home automation offre diversi vantaggi per il proprietario dell’edificio poiché permette di aumentare:

  • il valore dell’immobile fino al 17%;
  • l’occupazione degli spazi fino al 18%;
  • la quota dei contratti d’affitto fino al 35%.

Inoltre, l’efficientamento energetico che ne deriva permette di diminuire i consumi di circa il 6%, riducendo sia le emissioni di CO2 che i costi energetici per accrescere ulteriormente i benefici offerti dall’home automation.

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